TORINO (5 novembre 2024) – Ieri è stato affisso un gonfalone di tessuto nella sede dell’Assessorato alla Cultura della Città di Torino, in via Meucci 4. L’evento rientrava nel progetto di arte pubblica Monumenta Italia, ideato da Irene Pittatore e curato da Lisa Parola e Tea Taramino.
di Sara Panarella
Presenti, insieme all’artista gli assessori alla Cultura e alle Pari opportunità Rosanna Purchia e Jacopo Rosatelli.
Monumenta Italia è entrata così in una nuova fase del progetto che proseguirà per tutto il mese. Da lunedì prossimo, 11 novembre, e fino a lunedì 2 dicembre, una serie di manifesti d’artista sarà esposta anche nelle biblioteche cittadine. Saranno coinvolte la Biblioteca Civica Alberto Geisser di corso Casale 5, il punto di servizio bibliotecario I ragazzi e le ragazze di Utoya di via Zumaglia 39, la Biblioteca Civica Cesare Pavese di via Candiolo 79 e la Biblioteca Civica Cascina Marchesa di corso Vercelli 141/7. Una scelta, quella del mese di novembre, non casuale. Il 25 ricorre infatti la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Il gonfalone affisso denuncia una grave mancanza: non ci sono monumenti dedicati alle donne, non solo a Torino ma in tutto il territorio nazionale e una storia non raccontata è una storia dimenticata.
“Se è vero che, come spesso ricordiamo – ha dichiarato l’assessora Rosanna Purchia – la cultura è il terreno su cui costruire il cambiamento, allora anche il patrimonio statuario cittadino deve partecipare alla costruzione di un futuro più inclusivo e giusto. Monumenta Italia è un invito a chiedersi cosa e chi rappresenta la nostra arte. Un’opportunità di riflessione che abbiamo voluto diffondere a tutte e tutti accogliendo l’iniziativa nelle nostre biblioteche, luoghi che promuovono la condivisione culturale e il dialogo, dove questi manifesti trovano una casa naturale“.
Monumenta Italia nasce a partire dalla ricerca del Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile APS Monumentale dimenticanza, volto a censire la presenza di monumenti dedicati a storiche figure femminili nelle città e comuni piemontesi. Il risultato dell’indagine venne presentato a partire da febbraio in piazza Bottesini, nell’ambito della rassegna Opera Viva Barriera di Milano. Vennero utilizzate affissioni pubbliche per la diffusione dei dati emersi, che tra l’altro suscitaro stupore: pochissime le statue dedicate alle donne e quelle che ci sono spesso non hanno nome, rappresentando più l’idea della donna piuttosto che una persona precisa. E queste poche donne hanno posizioni precise, testa reclinata quasi in atto di dolore o malinconia oppure inginocchiate ai piedi dell’eroe. Una situazione che riflette bene “l’epistemicidio” avvenuto, cioè la liquidazione e l’insabbiamento del pensiero delle donne, che si manifesta anche attraverso il mancato riconoscimento pubblico di meriti civili, intellettuali, politici, artistici, scientifici.
Last modified: Novembre 5, 2024