TORINO (31 maggio 2024) – Il comitato “Salviamo gli alberi di corso Belgio” ha vinto, almeno parzialmente. Lo ha deciso un’ordinanza del tribunale di Torino.
di Sara Panarella
L’alberata di corso Belgio potrà essere abbattuta si ma gli alberi andranno sostituiti, soltanto con piante alte almeno quattro metri e un fusto di oltre 20 centimetri di diametro. Soprattutto, in non meno di cinque anni.
Originariamente, il Comune aveva deciso di sostituire le piante con dei peri. Nacquero le proteste che fecero propendere per i tigli, più grandi. In attesa della decisione del giudice, vennero sospesi i lavori.
Qualche mese fa vennero abbattute comunque 17 piante considerate a rischio caduta. L’intervento venne effettuato di prima mattina, per evitare le proteste.
Vittoria parziale come già detto perché per il giudice l’alberata è “in regressione”, tesi contestata dai periti del comitato, “in quanto fondata prevalentemente sul parametro del diametro del tronco degli alberi abbattuti, confrontato con quelli residui”.
Comunque l’abbattimento sarà seguito da una messa a dimora di alberi già grandi, in grado di continuare la stessa funzione di quelli attualmente presenti. A tal proposito una nota del Comitato si legge: “La contesa giuridica sull’alberata di corso Belgio termina dopo undici mesi, con l’accoglimento parziale del ricorso dei cittadini e la condanna del Comune a pagare le spese legali. La sentenza riconosce che, se realizzato come pretendeva l’amministrazione, per grandi lotti e in un tempo massimo di 18 mesi, il progetto avrebbe causato ai ricorrenti (e agli altri abitanti della zona) un danno alla salute. Gli alberi esistenti stanno fornendo servizi ecosistemici, e in particolare il Consulente tecnico d’ufficio ausiliario, il medico Ennio Cadum, ha confermato il nesso generale tra eccesso di temperatura e salute, in termini non solo di ricoveri ospedalieri ma anche di mortalità. Ed è stato accertato che in corso Umbria l’intervento gemello di quello di corso Belgio ha indotto un aumento dei valori di temperatura massima stagionale di + 2°C. Quindi, l’esperimento dei tecnici comunali di abbattere un intero viale di piante adulte e sostituirlo con alberelli, come se si trattasse di oggetti, dovrà essere definitivamente archiviato: le alberate non si rottamano, perché la rottamazione di un viale lede il diritto alla salute. Il giudice ha inoltre colto in senso favorevole ai ricorrenti il riferimento alla “foresta urbana” contenuto nella relazione finale del CTU: i legali del Comune avevano contestato la legittimazione attiva di alcuni cittadini non residenti in corso Belgio. Se la “rilevanza della foresta urbana” è da considerare “nel suo complesso”, allora l’interesse legittimo a difendere il diritto alla salute non è limitato ai residenti nel luogo preciso in cui avviene l’abbattimento: sicuramente si estende agli abitanti della zona, e potenzialmente all’intera cittadinanza. E questo è un altro elemento che il Comune d’ora in poi dovrà considerare“.
Sempre il Comitato: “Se tecnicamente la sentenza non soddisfa pienamente il Comitato, che continuerà comunque a opporsi con determinazione al taglio di alberi non malati, essa segna indubbiamente una vittoria politica importante“.
Tag: corso belgio Last modified: Maggio 31, 2024