CHIVASSO (martedì 4 febbraio 2025) – In un allevamento tra Chivasso e Verolengo è stato segnalato un caso di aviaria.
di Sara Panarella
Il servizio veterinario dell’Asl To4 che ha segnalato mla situazione ha quindi istituito la zona di sorveglianza che comprende, oltre a Chivasso, altri 11 comuni limitrofi nel raggio di 10 km. Le aziende presenti nella zona di sorveglianza hanno obbligo di sequestro, abbattimento e distruzione solo di animali con infezione conclamata.
I focolai attivi in nord Italia sono più di una cinquantina, un problema importante cha ha spinto la Cia – Agricoltori Italiani ha richiedere un tavolo con Ministero della Salute e attori della filiera agricola per concordare un piano d’intervento contro l’aviaria. La proposta è quella d’iniziare con un piano vaccinale nazionale che, secondo il presidente di Cia, Cristiano Fini è “una misura fondamentale per difendere il nostro patrimonio zootecnico e garantire la sostenibilità del comparto avicolo. Un intervento preventivo che deve affiancare e integrare le rigorose misure di biosicurezza negli allevamenti“.
Piano vaccinale che va affiancato da una serie d’interventi rapidi ed efficaci finalizzati al contenimento dei focolai.
Al momento è ancora possibile ritenere bassissima la probabilità di un passaggio del virus dagli uccelli agli esseri umani anche se il 27 gennaio 2025, le autorità sanitarie britanniche hanno confermato il primo caso umano di influenza aviaria (H5N1) in Europa. Un lavoratore agricolo delle West Midlands, che fortunatamente è adesso in via di guarigione ha contratto il virus dopo aver lavorato a stretto contatto con pollame infetto.
Invece un precedente caso umano di aviaria registrato a inizio gennaio in Luisiana, Usa, ha visto il paziente morire, questo secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore della Sanità che precisa: “La maggior parte dei virus aviari è relativamente innocua per l’uomo, tuttavia qualche ceppo virale può presentare mutazioni che aumentano il potenziale di infettare altre specie, compreso l’uomo”. Potenzialità comunque molto bassa anche perchè la trasmissione avviene tramite “inalazione di particelle solide o liquide contaminate dal virus dovuta, ad esempio, all’esposizione ad animali o a prodotti infetti”, non al consumo di carne o prodotti avicoli.
Last modified: Febbraio 4, 2025