Scritto da 6:20 pm Torino, Cronaca

Occupazione di Palazzo Nuovo: Primo passo nel dialogo tra studenti e Università

TORINO (mercoledì 5 giugno 2024) – C’è stato un primo passo di avvicinamento tra l’Università degli Studi di Torino e gli studenti che da due settimane stanno occupando Palazzo Nuovo in solidarietà del popolo palestinese. Nel pomeriggio di mercoledì 5 giugno 2024, una delegazione di questi ultimi è stata accolta in Rettorato dove vi è stato un confronto con il rettore Stefano Geuna e alcuni docenti dell’Università. Al termine dell’incontro, è stato annunciato che la settimana prossima, tra lunedì e mercoledì, ci sarà un ulteriore incontro durante il quale le varie rappresentanze studentesche potranno presentare richieste e mozioni agli organi dell’Università per una valutazione. Geuna ha commentato che il dialogo procede e spera che possa portare a un miglioramento della situazione e a una deliberazione consapevole da parte degli organi universitari.

Una studentessa ha spiegato che finalmente studenti, studentesse e comunità accademica potranno presentare una mozione che invita l’Università a porre fine alla complicità con il genocidio in corso a Gaza. Dopo questo incontro, ci sarà un senato accademico e un consiglio di amministrazione nel quale le mozioni verranno discusse e votate. La studentessa ha sottolineato che è stato ottenuto uno spazio di dialogo tra la comunità impegnata a sollevare solidarietà per il popolo palestinese e la governance dell’Università. Ha concluso dicendo che fino a mercoledì Palazzo Nuovo resterà occupato.

Il rettore Geuna ha dichiarato che l’occupazione di Palazzo Nuovo deve terminare il prima possibile e ha spiegato che l’Università non ha mai pensato a uno sgombero e non ha fissato un limite temporale per l’occupazione. Ha riconosciuto che l’occupazione non ha causato ritardi nelle sessioni di esame o laurea grazie agli sforzi dell’ateneo, ma ha ribadito la necessità di riprendere la normalità. Geuna ha aggiunto che la situazione ha già durato a lungo e che, sebbene non stia causando disagi grazie all’impegno di tutti, l’edificio deve essere liberato. Ha espresso la speranza che la liberazione di Palazzo Nuovo non sia vincolata a un determinato voto del Senato accademico, considerandola una forma di ricatto. Ha concluso dicendo che si aspetta un ulteriore passo avanti e ha ricordato che, in una prima fase, il Rettorato è stato liberato senza alcun tipo di scambio, e ora chiede che si garantisca a 15.000 studenti la possibilità di riutilizzare un edificio complesso ma fondamentale.

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Last modified: Giugno 5, 2024
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