TORINO (28 maggio 2024) – Giovedì 6 giugno alle ore 21 al Parco La Tesoriera, in occasione dell’Evergreen Fest si concluderà la nona edizione di Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante. La finale arriva dopo 19 tappe in 6 regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Umbria, Liguria, Campania e Lazio.
di Sara Panarella
Fausto Bruno Campana di Impruneta (FI), ripescato della tappa di Montefalco (PG), ha superato la fase delle semifinali ed è uno degli 8 finalisti del concorso. Insieme a lui, a contendersi la vittoria, ci saranno: Carlotta Marricco da Aosta; Mauro Bennici di Nichelino (TO); Bianca Brotto da Manerba del Garda (BS); Luigi Callegaro di Torino; Riccardo Nigra, il concorrente più giovane, da Venaria Reale (TO); Christian Mella di Bollate (MI) e Sandra Puccini da Quarrata-Pistoia (PT).
Come per le altre tappe, i finalisti avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. Il pubblico presente in sala voterà i concorrenti: il primo e secondo classificato riceveranno un premio in denaro rispettivamente di 1.500 e 750 euro; saranno inoltre messi in palio, fra tutti i partecipanti alla finale, il Premio Italo Calvino, Indice dei Libri del Mese, Golem, Leone Verde, Circolo dei Lettori ed eventuali altri premi assegnati dagli editori.
Condurrà l’incontro Eugenio Cesaro degli Eugenio in Via Di Gioia, special guest. Presentano Chiara Pacilli, giornalista e conduttrice tv e Giorgia Goldini, attrice, autrice e comica, accompagnati dalle musiche di Enrico Messina e della violinist performer Marta Pistocchi.
Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la collaborazione di Emons Edizioni, Fondazione Circolo dei lettori, Pagina 37 e FUIS – Federazione Unitario Italiana Scrittori.
Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.
Ecco una piccola anticipazione della serata, l’incipit del fiorentino Campana: “Glielo ripeto, ha sempre avuto paura. Una paura che graffiava. Ce l’aveva a lavoro, quando si piegava per raccogliere un’arancia, ogni volta che, asciugandosi il sudore, il sole le trapanava gli occhi, impedendole di vedere se qualcuno si avvicinasse troppo. E quel qualcuno indossava sempre la stessa ombra, di cui bisognava avere rispetto e disprezzo. Quando non sapeva a chi affidarmi, mi portava con lei, ma i patti erano chiari: io dovevo giocare lontano dai campi, senza guardare mai in faccia l’uomo più uomo di tutti. Finché c’erano alberi di agrumi o pomodori, dovevo tenermi alla larga. Solo dove cominciava l’erba incolta mi era permesso correre. Sudavo, mai come quel carico di disperazione umana, che si cuoceva il cervello per una misera giornata. Il figlio del caporale mi hanno sempre chiamato in paese. “Il figlio del caporale ha rubato in chiesa” si scandalizzavano i catubboni della domenica, “Il figlio del caporale si è pisciato addosso” denunciavano i miei compagni di scuola».
Last modified: Maggio 28, 2024
